I numeri dell’attacco / Belotti, la doppietta a Marassi lo ha rilanciato. Falque è l’intoccabile di Mazzarri, Zaza resta un’incognita
Che sia l’attacco lo specchio migliore in cui veder riflesso e dunque analizzare il Torino di Walter Mazzarri. Un reparto ben assortito, quello costruito in estate: il capitano talentuoso, Belotti, la spalla estrosa, Falque, e il colpaccio del fotofinish, Simone Zaza. Senza dimenticare poi le giovani promesse – Edera e Parigini, quest’ultimo adattato da quinto visto il sovraffollamento – e il duttile Berenguer, capace di destreggiarsi sia sull’esterno che a ridosso della punta, come nei minuti finali di Marassi. Una bella truppa, che però non è ancora riuscita a trovare l’equilibrio per il salto verso la continuità. Diciassette, i gol segnati dai granata in questa prima fase del campionato. Di questi solo otto portano la firma degli attaccanti. Quattro per il Gallo, due per Iago, uno per l’ex Sassuolo e per Berenguer.
I numeri dell’attacco del Torino: Belotti e il rapporto con i colleghi in Serie A
In classifica, l’attacco del Torino è decimo. I granata hanno siglato gli stessi gol del Genoa (che ha contato soprattutto, se non esclusivamente, sulla verve di Piatek in avvio di torneo), ma hanno fatto peggio di Fiorentina, Sassuolo e Atalanta, dirette concorrenti nella corsa al settimo posto. Il capocannoniere è sempre e comunque Andrea Belotti. Per il 9 di Calcinate non è stato un avvio facile – due gol (contro Inter e Napoli), nelle prime dieci -, poi lo scossone di Marassi gli ha ridato fiducia. Di lui, ad ogni modo, WM non può davvero fare a meno: dodici maglie da titolare su dodici, due sole sostituzioni a gara in corso, contro Bologna e Samp. Il Gallo è l’ottavo giocatore in Serie A per numero di tiri in porta: al di là del mostro Ronaldo (65 conclusioni), il primo umano è Insigne con 44 tentativi, Belotti si piazza a quota 31, dei quali 17 in porta. Come al solito il trattamento per lui, da parte dei difensori avversari, non è benevolo: sono 28, infatti, i falli subiti. Tante botte prese, ma soprattutto un grande spirito di sacrificio: quello difficilmente viene meno.
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